Audio tour Bacco in Toscana
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Lorenzo il Magnifico fu il primo a celebrare il piacere del vino in versi. Nel suo circolo di umanisti Marsilio Ficino raccomandava sempre di bere solo vino "buono, puro ed odorifero" mentre il poeta Agnolo Poliziano di vini era persino produttore. Pico della Mirandola si vantava della sua ricca cantina e Luigi Pulci, dal canto suo, consegnò a questi versi la sua smodata passione: "Ma sopra tutto nel buon vino ho fede / E credo che sia salvo chi gli crede". Alla fine del XV secolo il frate Giovanni Nanni, meglio noto come Annio da Viterbo, sostenne che Noè - dopo il grande diluvio - fosse approdato proprio in Toscana e lì avesse piantato la prima vite inaugurando la cultura vinicola che poi - dall'eredità noaica alla civiltà etrusca e romana - sarebbe giunta fino all'età medicea. Il mito ebbe grande risonanza quando - al fine di nobilitare la sua ascendenza - Cosimo I decise di sfruttare il simbolismo dell'esegesi anniana negli apparati effimeri allestiti per le sue nozze. Sei anni prima era stata la volta della cugina Caterina, la quale, sposatasi con il futuro re di Francia, aveva celebrato il mitico vino toscano esportandolo oltralpe. Fu così - si sostiene - che le varietà di Trebbiano e Malvasia arrivarono in Francia divenendo la base del Cognac e dell'Armagnac. Tuttavia fu Cosimo III a dare il massimo risalto ai vini della Toscana che dichiarò ambasciatori di stato. Finissimi portavoce della politica cosimiana furono il pittore Bartolomeo Bimbi - che per il granduca immortalò in grandi tele acini dalle forme e colori più diversi- e il medico Francesco Redi che nel 1685 pubblicò il celebre ditirambo Bacco in Toscana. L’immaginario viaggio di Bacco e di Arianna aveva lo scopo di celebrare i vini toscani anche a discapito di alcune nuove bevande alla moda: "Non sia già che il cioccolatte / V’adoprassi, ovvero il te / Medicine così fatte / Non saran giammai per me; / Beverei prima il veleno / Che un bicchier che fosse pieno / Dell’amaro e reo caffè." Ma Cosimo III fece di più e nel 1716 emanò uno specifico Bando «Dichiarazione de’ Confini delle quattro Regioni, Chianti, Pomino, Carmignano e Vald’Arno di Sopra». Si trattò del primo disciplinare vinicolo della storia che fece della Toscana, anche sotto il profilo legislativo, lo stato più avanzato al mondo nel settore vitivinicolo.
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