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Audiotur Lascito Belfiore - Collezione Gandolfo

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Il restaurato Castello Ursino, inaugurato dal re Vittorio Emanuele III il 24 ottobre 1934, direttore onorario Guido Libertini, indusse alcuni  collezionisti a donare le loro raccolte( Francesco Mirone nel 1934, Giuseppe Zappalà Asmundo nel 1936, Natale Balsamo nel 1947, Maria Brizzi DE Federicis nel 1967). S Delle acquisizioni pervenute al Comune, donazioni e lasciti, il più recente, 19 dipinti del pittore catanese Antonino Gandolfo (1841-1910), fu rilevato l'8 agosto  2013 per volontà testamentaria del nipote dott. Francesco Belfiore.

La figura di Antonino Gandolfo è inserita nell'ambito storico sociale della Catania della seconda metà dell'Ottocento e i primi del Novecento, antiborbonica ed insurrezionalista, tesa verso l'anelito di uguaglianza sociale e l'auspicio di una nuova alba intrisa di ideali risorgimentali e repubblicani.

L'artista Antonino Gandolfo nacque il 28 ottobre 1841 a Catania, già dall'infanzia entra in contatto con la pittura grazie allo zio Giuseppe, noto ritrattista siciliano. Dopo un periodo di formazione a Firenze, presso l'atelier di Stefano Ussi, e a Napoli - Gandolfo torna a Catania. Nelle sue opere, ispirate da contesti reali e connotate da profondo realismo, raffigura personaggi umili all'interno di case dalle mura fatiscenti e dalla vita misera. Una predilizione pittorica - quella di Gandolfo - per i diseredati, come l'ambiente malsano di S. Berillo, che tiene conto della condizione socio-economica dei personaggi, ritratti a cui il pittore dà visibilità ed è il pretesto di una denuncia sociale. Grazie all'interesse per queste realtà il giovane pittore realizza intense tele esposte nella sala 19 del Museo Civico Castello Ursino: Musica forzata, il compenso, l'ultima moneta - opere che abracciano questa visione umile della Catania del periodo. Qui si trovano esposti anche alcuni ritratti realizzati dall'artista nella fase più matura della sua attività pittorica: i soggetti spaziano dalle personalità più celebri, come il Ritratto del pittore Mario Rapisardi, ai volti più comuni ma non meno importanti, come ad esempio l'intenso Ritratto di monaco. In tutte le opere l'uso di sfondi neutri e di pose rigide e frontali, ma soprattutto la volontà di voler trattare temi sociali relativi alla quotidianità che lo circonda, rendono Antonino Gandolfo un artista completo che aderisce sia agli ideali tardo romantici ma anche alla moderna visione verista.

Il testo e l'audio sono stati realizzati da Barbara Amico, tirocinante della facoltà Beni culturali indirizzo storico artistico dell'Università di Catania.

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