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Audiotur La Collezione epigrafica del Castello Ursino ( Voci di pietra)

La collezione epigrafica (Sale 10-11-12 del Museo Civico – rispettivamente sala introduttiva, epigrafia pubblica ed epigrafia funeraria) denominata "Voci di Pietra" si deve al collezionismo illuminato di Biscari e dei Benedettini, ed è costituita da materiali archeologici e da iscrizioni per lo più provenienti da contesti siciliani, frutto di recuperi e scavi, oppure da acquisti effettuati nei mercati di Roma, come le epigrafi cristiane provenienti dalla catacomba di Domitilla esposte nella Sala 10.

Se sei nella sala 10 del Museo qui inizia la mostra  permanente “Voci di Pietra – dalle collezioni epigrafiche del Castello Ursino di Catania-  curata dal Professor in Ancient History dell’Università di Oxforf Jonathan R.W. Prag –  in collaborazione con il Progetto di Alternanza scuola-lavoro con il Liceo Artistico M.M. Lazzaro A.S. 2016/2017.In questa sala troverete una introduzione all’epigrafia antica in Sicilia.

 Da qui inizia l'esposizione epigrafica, ma che cos'è l'Epigrafia?

L'Epigrafia è il nome fornito alla pratica di scrivere su materiale durevole, come pietra o metallo (anziché legno, papiro o pergamena). La decisione di incidere un testo è una scelta culturale e non comune ad ogni società. Gli antichi Greci e soprattutto i Romani incisero testi in grandi quantità (ne sopravvivono fino ad un milione); altri, come i Fenici, ne produssero molti di meno. Le iscrizioni più comuni sono gli epitaffi funerari (70%) ma molti altri tipi di documenti venivano incisi, sia pubblici (per esempio leggi, trattati, iscrizioni onorarie) che privati (per esempio maledizioni).

Nelle tre sale del piano terra del Castello (10 -11- 12) incontrerete voci della Catania antica, custodite nella pietra. Le antiche iscrizioni forniscono una testimonianza unica, di prima mano, della vita e delle azioni di coloro che ci hanno preceduto. Il Museo Civico di Catania conserva una notevole collezione di circa 500 di questi testi, di cui si presenta qui una selezione. In questa sala (n. 10) troverete una introduzione all’epigrafia antica in Sicilia. Nelle due sale seguenti (11 e 12) si presentano esempi di iscrizioni ufficiali pubbliche della Catania romana e di epitaffi funebri degli abitanti di Catania antica (pagana, cristiana ed ebraica).

Il fondamento della raccolta epigrafica del Museo Civico è costituito da due collezioni settecentesche catanesi: la collezione dei Benedettini di San Nicolò l’Arena e quella di Ignazio Paternò Castello, principe di Biscari; ne fanno parte inoltre epigrafi provenienti da raccolte minori catanesi e altre rinvenute negli scavi ottocenteschi e novecenteschi. Sia la collezione dei Padri Benedettini sia quella del principe di Biscari  sono costituite  da materiali archeologici che da iscrizioni  per lo più provenienti  da contesti siciliani, catanesi in particolare,  frutto di recuperi e di scavi, oppure da acquisti effettuati soprattutto nei mercati antiquari di Roma. Tali acquisti devono attribuirsi in gran parte alla mediazione del Priore Benedettino Placido Scammacca, zio del principe di Biscari. Proprio a Scammacca si deve l’arrivo di alcune epigrafi cristiane provenienti dalla catacomba di Domitilla esposte in questa sala insieme ad affreschi provenienti dalla stessa catacomba. Staccati da diversi settori del cimitero romano, questi frammenti di affreschi confluirono nelle collezioni del Principe di Biscari che se ne servì soprattutto per arricchire il suo museo, utilizzando alcune epigrafi che riportano il cognomen Paternus, per glorificare le origini della famiglia Paternò Castello.

La voce narrante del testo è di Francesca Schilirò, volontaria Servizio Civile Universale 2023-2024 (r progetto  "Percorsi d'Arte e Conoscenza" presso il Museo Civico Castello Ursino

 

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