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Audiotur Treviso Urbs Picta - Il Rinascimento

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    Benvenuti a Treviso.

    Benvenuti in una piccola e graziosa città posta ai piedi delle Prealpi e lambita dalle acque del Sile, fiume che scorre “silente” a sud. Il centro storico, invece, è attraversato da ben cinque rami del Botteniga, affluente del Sile, che disegnano una “città d’acque” punteggiata di canali, ponti, riviere e fontane.

    Treviso custodisce numerose bellezze artistiche, architettoniche e paesaggistiche, ma ciò che caratterizza maggiormente la città sono le variopinte facciate degli edifici.

    Treviso, infatti, vanta l’appellativo di urbs picta: sono moltissime le facciate decorate che si incontrano nel magnifico disordine costituito dalla città medievale e rinascimentale, tra piccoli e modesti edifici e sontuosi palazzi.

    Già all’inizio del ‘900, lo storico dell’arte trevigiano Luigi Coletti, in un fascicoletto pubblicato dall’Ente Nazionale per le industrie turistiche, scriveva: “questa delle facciate affrescate che si trovano sparse per tutta la città, è una caratteristica della città di Treviso, del più alto interesse pel forestiero. Danno un’idea di quale potesse essere la fastosità di questa decorazione che trasformava le strade in una mostra d’arte perenne e viva, o in una scena di teatro continuamente nuova dove si alternavano tavole sacre e profane, mitologia e paesaggi, statue ed architetture.”

    L’uso di abbellire le proprie abitazioni ha origini lontane: a Treviso le testimonianze più antiche risalgono all’epoca comunale e per ben otto secoli i trevigiani hanno continuato ininterrottamente a dipingere con gusto e fantasia i muri della loro città. Hanno, così, realizzato in alcuni casi veri palinsesti di intonaco su intonaco decorato. Oggi si possono ammirare grandi superfici così come dettagli minuti che solo un occhio attento riesce a scorgere.

    È un’urbs picta che può dare ancora spazio a scoperte di meravigliosi affreschi celati da intonaci più recenti. Una città che ha una storia intensa e vivace, fatta di committenti e artisti più o meno celebri. Ma anche di cultori e difensori delle patrie memorie; di grandi restauratori e di tragiche distruzioni. Perché non si possono non ricordare i violenti bombardamenti che Treviso subì durante la seconda guerra mondiale, che provocarono la distruzione o il danneggiamento di 3783 fabbricati, ossia dell’81% degli edifici della città.

    Girovagando tra piazze, vie e vicoletti, possiamo, alzando lo sguardo, restare colpiti dalle decorazioni. L’attuale urbs picta, anche se sbiadita e mutilata rispetto ad un tempo, continua a mostrare un affascinante gioco di cromie che si rincorrono tra fregi, finte tappezzerie, scene figurate e stemmi araldici. La città dipinta esibisce anche raffigurazioni a tema sacro, altre tratte dalla classicità o ispirate agli antichi e fantasiosi bestiari medievali.

    Nel Rinascimento Treviso diventò, poi, una vera pinacoteca all’aperto, grazie anche all’opera di maestri come Tiziano, Pordenone, Ludovico Fiumicelli o il Pozzoserrato. Grazie a loro e a molti altri artisti rimasti anonimi, finte architetture sfondano illusionisticamente i muri lasciando spazio a fantastiche ambientazioni; scene tratte dalla storia o dalla mitologia prendono vita; le pareti si popolano di figure, spesso a dimensioni naturali.

    Sono più di seicento gli edifici dipinti recensiti grazie al progetto “Treviso urbs picta”, promosso da Fondazione Benetton Studi Ricerche negli ultimi anni. I primi risultati di questa ricerca sono stati pubblicati nel libro Treviso urbs picta. Facciate affrescate della città dal XIII al XXI secolo: conoscenza e futuro di un bene comune, a cura di Rossella Riscica e Chiara Voltarel, edito nel 2017 da Fondazione Benetton Studi Ricerche e Antiga Edizioni. Inoltre, lo studio ha anche portato all’allestimento di una banca dati, liberamente consultabile al sito trevisourbspicta.fbsr.it.

    E ora, grazie ad un progetto del Rotary Club Treviso, condiviso da Fondazione Benetton Studi Ricerche, la valorizzazione di questo patrimonio continua con una serie di itinerari tematici attraverso l’affascinante Treviso urbs picta.

     

  3. 1 Porta Altinia
  4. 2 Casa della Niobe
  5. 3 Casa Forabosco
  6. 4 Casa De Zottis
  7. 5 Casa Manolesso Ferro
  8. 6 Casa Rampini
  9. 7 Casa Tiretta Sugana Della Rovere
  10. 8 Casa Zanchetta
  11. 9 Casa Spienda Agostini
  12. 10 Casa Dall'Oro
  13. 11 Scuola di San Nicola da Tolentino
  14. 12 Osteria alla Gondola
  1. Ljudturssummering

    Benvenuti a Treviso.

    Benvenuti in una piccola e graziosa città posta ai piedi delle Prealpi e lambita dalle acque del Sile, fiume che scorre “silente” a sud. Il centro storico, invece, è attraversato da ben cinque rami del Botteniga, affluente del Sile, che disegnano una “città d’acque” punteggiata di canali, ponti, riviere e fontane.

    Treviso custodisce numerose bellezze artistiche, architettoniche e paesaggistiche, ma ciò che caratterizza maggiormente la città sono le variopinte facciate degli edifici.

    Treviso, infatti, vanta l’appellativo di urbs picta: sono moltissime le facciate decorate che si incontrano nel magnifico disordine costituito dalla città medievale e rinascimentale, tra piccoli e modesti edifici e sontuosi palazzi.

    Già all’inizio del ‘900, lo storico dell’arte trevigiano Luigi Coletti, in un fascicoletto pubblicato dall’Ente Nazionale per le industrie turistiche, scriveva: “questa delle facciate affrescate che si trovano sparse per tutta la città, è una caratteristica della città di Treviso, del più alto interesse pel forestiero. Danno un’idea di quale potesse essere la fastosità di questa decorazione che trasformava le strade in una mostra d’arte perenne e viva, o in una scena di teatro continuamente nuova dove si alternavano tavole sacre e profane, mitologia e paesaggi, statue ed architetture.”

    L’uso di abbellire le proprie abitazioni ha origini lontane: a Treviso le testimonianze più antiche risalgono all’epoca comunale e per ben otto secoli i trevigiani hanno continuato ininterrottamente a dipingere con gusto e fantasia i muri della loro città. Hanno, così, realizzato in alcuni casi veri palinsesti di intonaco su intonaco decorato. Oggi si possono ammirare grandi superfici così come dettagli minuti che solo un occhio attento riesce a scorgere.

    È un’urbs picta che può dare ancora spazio a scoperte di meravigliosi affreschi celati da intonaci più recenti. Una città che ha una storia intensa e vivace, fatta di committenti e artisti più o meno celebri. Ma anche di cultori e difensori delle patrie memorie; di grandi restauratori e di tragiche distruzioni. Perché non si possono non ricordare i violenti bombardamenti che Treviso subì durante la seconda guerra mondiale, che provocarono la distruzione o il danneggiamento di 3783 fabbricati, ossia dell’81% degli edifici della città.

    Girovagando tra piazze, vie e vicoletti, possiamo, alzando lo sguardo, restare colpiti dalle decorazioni. L’attuale urbs picta, anche se sbiadita e mutilata rispetto ad un tempo, continua a mostrare un affascinante gioco di cromie che si rincorrono tra fregi, finte tappezzerie, scene figurate e stemmi araldici. La città dipinta esibisce anche raffigurazioni a tema sacro, altre tratte dalla classicità o ispirate agli antichi e fantasiosi bestiari medievali.

    Nel Rinascimento Treviso diventò, poi, una vera pinacoteca all’aperto, grazie anche all’opera di maestri come Tiziano, Pordenone, Ludovico Fiumicelli o il Pozzoserrato. Grazie a loro e a molti altri artisti rimasti anonimi, finte architetture sfondano illusionisticamente i muri lasciando spazio a fantastiche ambientazioni; scene tratte dalla storia o dalla mitologia prendono vita; le pareti si popolano di figure, spesso a dimensioni naturali.

    Sono più di seicento gli edifici dipinti recensiti grazie al progetto “Treviso urbs picta”, promosso da Fondazione Benetton Studi Ricerche negli ultimi anni. I primi risultati di questa ricerca sono stati pubblicati nel libro Treviso urbs picta. Facciate affrescate della città dal XIII al XXI secolo: conoscenza e futuro di un bene comune, a cura di Rossella Riscica e Chiara Voltarel, edito nel 2017 da Fondazione Benetton Studi Ricerche e Antiga Edizioni. Inoltre, lo studio ha anche portato all’allestimento di una banca dati, liberamente consultabile al sito trevisourbspicta.fbsr.it.

    E ora, grazie ad un progetto del Rotary Club Treviso, condiviso da Fondazione Benetton Studi Ricerche, la valorizzazione di questo patrimonio continua con una serie di itinerari tematici attraverso l’affascinante Treviso urbs picta.

     

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