Michelangelo Buonarroti, Sacra Famiglia detta Tondo Doni
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Michelangelo Buonarroti, Sacra Famiglia detta Tondo Doni, 1504, 1507. Tempera su tavola.
Nella sala a lui dedicata, il Tondo Doni appare in tutta la sua imponenza: è l’unico quadro dipinto sicuramente da Michelangelo,quindi un documento di eccezionale importanza: Agnolo Doni, ricco mercante, lo aveva commissionato agli inizi del Cinquecento quando l’artista era a Firenze, impegnato in opere fondamentali come il David: l’occasione furono le nozze di Agnolo con Maddalena Strozzi o più probabilmente nel 1507 la nascita della prima figlia.
Il tondo era una forma molto richiesta per le residenze private: veniva posto all’ingresso o più spesso come “capoletto”, per questo vi era dipinta la Sacra Famiglia o la Madonna col Bambino, cioè immagini liete, propiziatorie e adatte per stare alla parete sopra il letto nuziale, un letto che in questo caso ci possiamo immaginare come minimo sontuoso!
Il Tondo Doni non ha niente dell’iconografia tradizionale; la Sacra Famiglia appare come un gruppo compatto: la Madonna seduta in terra ha un movimento a spirale, (detto anche “serpentinato”), dietro di lei San Giuseppe, a lato il Bambino che passa dall’uno all’altro dei genitori; è un’immagine in rotazione e in movimento, che ben si accorda alla forma circolare della tavola. Sul fondo figure nude rievocano nelle pose le sculture classiche: l’imitazione di modelli antichi era normale nel Rinascimento e qui vi si possono ritrovare esempi celebri, che Michelangelo aveva veduto a Roma.
Tra sfondo e primo piano, la scena è divisa in due da un muretto dal quale si affaccia il piccolo San Giovanni Battista.
Che cosa significa tutto ciò? L’interpretazione ci spiega come le figure sacre siano simbolo del Nuovo Testamento, i nudi dell’età pagana, e san Giovannino (cioè colui che ha battezzato Gesù), posto in mezzo, sia il tramite tra mondo pagano e mondo cristiano, a cui si accede con il Battesimo.
Osservate con attenzione: i colori sono dissonanti e squillanti, non ci sono sfumature che li uniscano gli uni agli altri: nessuna attenzione al paesaggio, a particolari di piante o fiori, tutto l’interesse è concentrato sulla figura umana. Michelangelo si considerava scultore e le sue figure, anche se dipinte, hanno effetto ed evidenza scultorea, come lui voleva.
Anche i dettagli importanti sono eliminati: non ci sono aureole, e la Madonna ha addirittura un abito senza maniche!
Le tonalità dei colori, le pose a spirale, le forme monumentali, sono tutti elementi nuovi che torneranno tra breve nella Cappella Sistina e saranno la scuola delle nuove generazioni.
Splendida la cornice disegnata dall’artista, capolavoro dei maestri intagliatori fiorentini.
E infine: piacque l’opera ad Agnolo? Ci sono dei dubbi in proposito, a partire dal fatto che cercò di tirare sul prezzo: un mercante è sempre un mercante!
Nella sala a lui dedicata, il Tondo Doni appare in tutta la sua imponenza: è l’unico quadro dipinto sicuramente da Michelangelo,quindi un documento di eccezionale importanza: Agnolo Doni, ricco mercante, lo aveva commissionato agli inizi del Cinquecento quando l’artista era a Firenze, impegnato in opere fondamentali come il David: l’occasione furono le nozze di Agnolo con Maddalena Strozzi o più probabilmente nel 1507 la nascita della prima figlia.
Il tondo era una forma molto richiesta per le residenze private: veniva posto all’ingresso o più spesso come “capoletto”, per questo vi era dipinta la Sacra Famiglia o la Madonna col Bambino, cioè immagini liete, propiziatorie e adatte per stare alla parete sopra il letto nuziale, un letto che in questo caso ci possiamo immaginare come minimo sontuoso!
Il Tondo Doni non ha niente dell’iconografia tradizionale; la Sacra Famiglia appare come un gruppo compatto: la Madonna seduta in terra ha un movimento a spirale, (detto anche “serpentinato”), dietro di lei San Giuseppe, a lato il Bambino che passa dall’uno all’altro dei genitori; è un’immagine in rotazione e in movimento, che ben si accorda alla forma circolare della tavola. Sul fondo figure nude rievocano nelle pose le sculture classiche: l’imitazione di modelli antichi era normale nel Rinascimento e qui vi si possono ritrovare esempi celebri, che Michelangelo aveva veduto a Roma.
Tra sfondo e primo piano, la scena è divisa in due da un muretto dal quale si affaccia il piccolo San Giovanni Battista.
Che cosa significa tutto ciò? L’interpretazione ci spiega come le figure sacre siano simbolo del Nuovo Testamento, i nudi dell’età pagana, e san Giovannino (cioè colui che ha battezzato Gesù), posto in mezzo, sia il tramite tra mondo pagano e mondo cristiano, a cui si accede con il Battesimo.
Osservate con attenzione: i colori sono dissonanti e squillanti, non ci sono sfumature che li uniscano gli uni agli altri: nessuna attenzione al paesaggio, a particolari di piante o fiori, tutto l’interesse è concentrato sulla figura umana. Michelangelo si considerava scultore e le sue figure, anche se dipinte, hanno effetto ed evidenza scultorea, come lui voleva.
Anche i dettagli importanti sono eliminati: non ci sono aureole, e la Madonna ha addirittura un abito senza maniche!
Le tonalità dei colori, le pose a spirale, le forme monumentali, sono tutti elementi nuovi che torneranno tra breve nella Cappella Sistina e saranno la scuola delle nuove generazioni.
Splendida la cornice disegnata dall’artista, capolavoro dei maestri intagliatori fiorentini.
E infine: piacque l’opera ad Agnolo? Ci sono dei dubbi in proposito, a partire dal fatto che cercò di tirare sul prezzo: un mercante è sempre un mercante!
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