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Museum Area Archeologica Etrusco-Sannitica di Fratte

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L’insediamento antico di Fratte sorge alla periferia settentrionale di Salerno su una bassa collina pianeggiante. L’area è parte di un più vasto insediamento collocato in posizione dominante alla confluenza del fiume Irno con i torrenti Pastorano e Grancano. La posizione del sito ha sempre assunto all’interno della valle dell’Irno un valore strategico di controllo delle vie naturali e un importante ruolo di collegamento tra Greci, Etruschi e Indigeni occupanti il golfo di Poseidonia, a sud, e le aree del Sarno e del Volturno, a nord. La ricerca ha permesso di articolare il popolamento di Fratte in tre fasi di vita distinte comprese tra la prima metà del VI sec. a.C. e la metà del III sec. a.C. Il periodo più antico è caratterizzato dalla presenza etrusca e dalle testimonianze costruttive più monumentali. Tali realizzazioni evidenziano un programma edilizio coerente organizzato verosimilmente secondo un impianto urbanistico assiale. A nord, oltre il torrente Pastorano, si riconoscono le aree destinate alla sepoltura, mentre altre testimonianze di occupazione funzionali allo sfruttamento delle risorse naturali si registrano nelle immediate vicinanze del sito. Verso la fine del V sec. a.C. l’abitato di Fratte subì forti mutamenti e l’area fu rioccupata da elementi sanniti. Alcune strutture in precedenza definite dal carattere monumentale e aristocratico furono destinate a luoghi di abitazione, mentre il versante occidentale della collina venne occupato da un nucleo di tombe a cassa e a camera. Contestualmente il territorio della valle dell’Irno si popolò di puntuali e limitate istallazioni rurali dedite a un’agricoltura di tipo specialistico e intensivo. Questa fase durò fino alla seconda metà del III sec. a.C. quando il sito di Fratte venne abbandonato o forse distrutto, come documentano i rinvenimenti di scarichi di materiale e i livellamenti. Una ulteriore risistemazione e rioccupazione dell’area si registra quando il territorio divenne parte della colonia romana di Salerno.
I primi indizi della presenza di un insediamento antico nella zona di Fratte risalgono agli inizi dell’Ottocento quando, in occasione della costruzione dell’edificio delle Cotoniere Meridionali, furono trovati materiali sporadici e fuori contesto. In questa stessa zona, più di un secolo dopo, fu rinvenuta una necropoli, indagata tra il 1927 e il 1929 da A. Maiuri. L’indagine dell’abitato fu avviata nel 1947 da P. C. Sestieri nel cuore del moderno rione di Fratte, nell’area delle Case Popolari; nel corso degli anni Cinquanta fu condotto da V. Panebianco uno scavo estensivo che rivelò la presenza di un importante nucleo abitativo attualmente inserito nel parco archeologico. Una nuova fase della ricerca ha avuto inizio nel 1985 quando, nell’ambito di una più ampia rivalutazione del territorio attraversato dall’Irno, fu stabilita una proficua collaborazione tra l’Amministrazione Provinciale di Salerno, la Soprintendenza Archeologica Territoriale e il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università degli Studi di Salerno. I materiali più rilevanti provenienti dalle indagini condotte presso l’abitato e le necropoli di Fratte sono esposti presso il Museo Archeologico Provinciale di Salerno.
Il complesso monumentale occupa una superficie di circa 900 metri quadri ed è stato oggetto di diverse fasi costruttive. La prima fase è datata intorno alla metà del VI sec. a.C. Le strutture vanno dall’età arcaica a quella medioevale; infatti l’area è nuovamente occupata tra il XIII e il XIV sec. d.C. Il pianoro più alto della collina è occupato da strutture a destinazione sacra, definitivamente abbandonata nel corso della seconda metà del III sec. a.C. quando i materiali furono scaricati nei condotti ipogei che attraversano tutto il pianoro. La strada posta al limite meridionale dell’area costituisce la traccia più evidente del collegamento tra l’insediamento sulla collina e il resto della città antica che doveva svilupparsi fino all’attuale piazza Matteo Galdi. Realizzata alla fine del VI sec. a.C., la strada fu lastricata in età sannitica.
Le indagini del 1927-‘29 sul pianoro a nord della cosiddetta “Acropoli” riportarono in luce 165 tombe del VI-V sec. a.C.; ad esse si aggiunsero 82 sepolture individuate poco più a sud negli anni 1963-‘64. Gli ultimi rinvenimenti, effettuati negli anni 1971-‘74, permisero di recuperare altre 148 tombe in un’area posta in continuità con quella indagata negli anni ‘20. Le tombe relative alla fase arcaica si distribuiscono tra i primi decenni del VI e gli ultimi anni del V sec. a.C. Il versante occidentale della collina nella seconda metà del IV sec. a.C., durante l’occupazione sannitica del sito, fu occupato da un nucleo di tombe a cassa e a camera, costruite con blocchi reimpiegati provenienti dagli edifici di età arcaica. Le otto tombe ascrivibili a questa fase cronologica si datano fra la seconda metà del IV e gli inizi del III sec. a.C.

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