I Telamoni
Chi di voi non ha mai visto sculture - femminili o maschili - poste nelle facciate dei palazzi delle nostre città a reggere mensole, cornicioni, balconi?
Bene, quest'usanza risale al mondo greco: le Cariatidi erano le figure femminili - le più celebri sono quelle dell'Eretto ad Atene - e gli Atlanti, o Telamoni, erano invece le corrispondenti figure al maschile.
Nell'arte greca, le prime figure di Cariatidi decorano il Tesoro dedicato dalla città di Sifno nel santuario di Apollo a Delfi, databili intorno al 530-520 a.C., un secolo prima di quelle presenti nell'Eretteo sull'acropoli di Atene.
Poi appaiono, per la prima volta, i colossali Telamoni, proprio nel tempio dorico di Zeus Olimpio ad Agrigento, datato dopo il 480 a.C., anno della vittoria di Himera ottenuta dai Greci d'Occidente (Siracusani, Akragantini ed Imeresi) sui Punici, che abitavano la parte più occidentale della Sicilia, oltre 2500 anni fa.
Ecco, qui potrete ammirare proprio la ricostruzione di uno dei Telamoni del tempio di Zeus, che doveva essere davvero monumentale, se pensate che queste statue che ci appaiono già gigantesche erano posizionate nella metà alta del muro che chiudeva lo spazio tra una colonna e l'altra, corrispondenti, dunque, a poco meno della metà, in altezza, delle stesse colonne!
Il tempio di Zeus (o tempio B) doveva davvero essere una costruzione dalle enormi dimensioni, se pensiamo che, su un basamento di 112 m. circa di lunghezza x 52 circa di larghezza ed un crepidoma (l'insieme dei gradini di base) di cinque gradini, si alzava una struttura che complessivamente doveva raggiungere 30 - 35 metri di altezza. Il colonnato era una pseudo-peristasi: le colonne cioè non erano libere e rese a tutto tondo ma, viste le loro notevoli dimensioni, erano scolpite soltanto nella metà esterna ed addossate internamente a pilastri, unite tra loro da una cortina muraria, a metà della quale si ergeva verso l'alto, come già detto, il telamone. Queste figure, dunque, sistemate negli spazi intercolonnari, insieme ai capitelli delle colonne reggevano la trabeazione, la parte orizzontale alta dei templi con il tetto.
I telamoni, che appaiono "piegati" sotto il peso della copertura del tempio, sono stati interpretati in duplice maniera: "storicizzando" architettonicamente gli eventi, sarebbero la raffigurazione dei “barbari” Cartaginesi sconfitti dai Greci di Sicilia nella battaglia di Imera ed utilizzati proprio per la costruzione dell'edificio (come raccontano le fonti); oppure potrebbero rappresentare il mitico Atlante, sconfitto da Zeus perché si era schierato dalla parte di Crono nella rivolta che il padre degli dei aveva ordito contro l'Olimpo, e punito perciò dal dio, che lo obbligò a reggere per sempre il peso della terra sulle proprie spalle.
Nelle nicchie della parete nord della sala sono esposte altre tre teste di Telamoni dai caratteri somatici diversi, a dimostrazione di varietà tipologiche in essi rappresentate, mentre ai lati del Telamone vi offriamo sei tra le più importanti ipotesi ricostruttive, proposte da altrettanti studiosi (da Robert Koldewey e Otto Puchstein, nel 1899, fino a Pietro Griffo nel 1950); ancora, al centro della sala, un plastico ricostruisce la parte inferiore del tempio.
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