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Museo Parrocchia Santa Maria Assunta - Rovato

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Riguardo il museo

C E N N I    S T O R I C I

Su questo rilievo sono conservate tracce di murature appartenute ad un insediamento militare forse romano. Essendo più accessibile rispetto a quello sul Monte Orfano, a partire dal V secolo d.C. fino al XI, attorno alla primitiva chiesa dell'Assunta, si creò un secondo centro abitato.

Si è portati a pensare che l'antica parrocchiale di Rovato fosse, prima del mille, una vera e propria pieve rurale con le due diaconie di Santo Stefano e San Vincenzo protese ad assistere i viandanti ed i poveri che seguivano le aspre vie del Montorfano e quelle più agevoli per Brescia.

Nelle immediate vicinanze dell'edificio è documentato un mercato per lo meno fin da XV secolo.

La primitiva chiesa fu iniziata nel 1410 e già consacrata prepositurale nel 1419 ottenne poi il titolo di collegiata nel 1479 e di insigne nel 1694 grazie al prevosto mons. Cocchetti, da parte di Giovanni d'Aragona, Cardinale Legato della Lombardia. Era più piccola dell’attuale, in stile gotico. Attorno, tranne sul lato settentrionale, vi era il cimitero circondato non da muri ma da costruzioni. La festa della sua consacrazione si teneva il 7 novembre.

Questa chiesa fu atterrata tra il 1585 e il 1586. Il progetto prescelto per la nuova chiesa fu quello dell'architetto Giulio Todeschini (Brescia, 1524-1603). L’attuale edificio, sorto tra il 1585 e il 1592, ha schema basilicale a croce latina su tre navate. Fu consacrato il 22 luglio 1625. A metà della corsia centrale esiste nel pavimento una crocetta, segno, secondo la tradizione, del limite della demolita chiesa preesistente.

All'esterno si possono ancora rilevare i nitidi e massicci volumi tardo rinascimentali disegnati dall'architetto Todeschini. I fianchi, ritmati dai volumi sporgenti delle cappelle, possono vantare l'intonaco originale a calce, il quale mostra tracce di una decorazione ad affresco che un tempo copriva l'intera superficie e che simulava un partito architettonico in cui s'inserivano perfettamente le finestre originali rettangolari.

I lavori, che adattarono l'edificio ai gusti di quel tempo, interessarono: l'apertura di nuove finestre semicircolari al posto di quelle rettangolari (sei laterali e due nella facciata), l’apertura di un finestrone, la costruzione di vestiboli alle due porte laterali, la costruzione di due campate (una delle quali occupata dal battistero), la decorazione della cappella del Santissimo Sacramento e l'ampliamento del presbiterio ridisegnato nel 1847.

L’attuale pavimentazione interna è in mattonelle di marmo bianco di Ome, nero di Varenna e rosso di Verona.

Nel 1884 fu realizzata la porta maggiore della chiesa parrocchiale. Fodera eseguita dalla ditta Rivetti Benedetto con intagli affidati al figlio Clemente giovane venticinquenne ancora studente all'Accademia di Brera di Milano, inserito in un raffinato stipite in pietra di Sarnico, arricchito da un protiro ispirato al lavoro artistico del Bramante.

Nel 1891-92 il prevosto Avogadro fa costruire, da Clemente Rivetti, l'armadio della sagrestia ove è conservata la reliquia di San Carlo. Sempre in quegli anni si realizza la costruzione della balaustra della gradinata e della pavimentazione del presbiterio il cui altare maggiore era già stato arretrato con gli interventi al coro di Rodolfo Vantini. Il progetto reca la firma dell'arch. Antonio Tagliaferri.

Nel 1903 viene realizzato un impianto a gas acetilene per l’illuminazione in sostituzione del preesistente a petrolio ed in attesa che, anche a Rovato, giunga l’energia elettrica. Questo avverrà nel 1915.

Nel 1910 Il prevosto Domenico Tampalini fa eseguire e porre in opera tre nuove vetrate istoriate per la facciata della chiesa raffiguranti San Carlo in gloria ed i Santissimi Prospero e Defendente.

Il 20 febbraio 1912 il ministero della Pubblica Istruzione dichiara la Parrocchia “monumento nazionale”. Nel 1936 vengono posti in opera i 12 grandi lampadari in ferro alle arcate della prepositurale, disegnati e costruiti dal maestro d'arte Aldo Caratti. Nel 1938 sempre Aldo Caratti realizza le due lampade a stelo collocate ai lati dell'altare del Santissimo. L'interno a croce latina misura 54 metri in lunghezza e 18,5 in larghezza ed è suddiviso in tre navate, la centrale coperta a botti e le laterali a crociera. Le navate sono scandite da cinque colonne e le cappelle sono due per lato. Da notare che, nello stesso periodo, il Todeschini progettò anche il Duomo di Desenzano dedicato a Santa Maria Maddalena.

Fra il 1992 ed il 1997 l’interno della chiesa è stato oggetto di un poderoso intervento di consolidamento e pulitura di tutto l’apparato decorativo che a visto all’opera, tra gli altri: Silvio Meisso (per le opere pittoriche); Marina Baiguera (per le dorature e policromie lignee); Vincenzo Marini (per gli arredi lignei); Giovanni Castelvedere (per le vetrate), Oscar Rongoni (per gli stucchi), Mauro Zanussi (per la ceratura di colonne e capitelli); Oreste Piva (per la lucidatura degli ottoni) e Bellini Silvano con la consulenza artistica di Aldo Caratti per le opere in ferro battuto.

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  • Santa Maria Assunta, Via Castello, Villaggio Famiglia, Rovato, Brescia, Lombardia, 25038, Italia

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