Museum La Cappella di San Biagio
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La struttura architettonica è quasi regolare,
a pianta rettangolare (dieci metri per cinque metri circa ), con orientamento Sud Est – Nord Ovest.
La facciata presenta un portale con conci in pietra calcarea sormontato da una lunetta ogivale, originariamente affrescata, che ingloba un ex voto maiolicato raffigurante il santo titolare.
Poco sopra la cuspide della lunetta, un oculo circolare illumina l’interno, suddiviso in due campate quadrangolari voltate a crociera.
Nell’angolo della parete settentrionale della campata d’altare è un accesso ad un vano quadrangolare ( due metri e venti per due metri circa) con probabili funzioni di sacrestia.
Sulla stessa parete, in alto, una “ lancetta ” strombata, poi tamponata, dava luce all’altare.
Forse tra la fine del secolo diciottesimo e la prima metà dell’Ottocento gli affreschi furono in parte ricoperti da intonaci, manifestando un progressivo degrado già segnalato nel mille novecento dodici .
Nonostante le ripetute richieste d’interventi susseguitesi dal mille novecento diciassette in poi,
la prima radicale operazione di restauro – che in origine prevedeva il distacco totale - fu intrapresa solo tra il millenovecento sessanta due ed il mille novecento sessanta tre, un successivo intervento di consolidamento degli intonaci e di restauro delle pitture è stato condotto tra il duemila e quattro e il duemila cinque .
La totale mancanza di documentazione archivistica sulla sua fondazione – a causa del depauperamento dell’archivio parrocchiale e della distruzione dell’archivio diocesano – non permette di formulare delle proposte cronologiche precise.
Quelle avanzate scaturiscono da fattori storici contingenti e soprattutto dall’analisi stilistica delle pitture stesse oltre che da pittorici analoghi meglio documentati.
Tuttavia, una cedola di obbligazione del mille quattrocento settanta otto – che ha restituito il nome di un mercante piedimontese, Nicolò di Giacobuccio ( de Jacobutiis ) – e un documento del mille quattrocento novantuno , nel quale si fa esplicita menzione di una corporazione di artigiani piedimontesi che erano dediti alla produzione dei panni lana, offrono la possibilità di avanzare l’ipotesi della committenza della famiglia de Jacobutiis sia per l’edificazione della chiesa di San Biagio, sia per la realizzazione del ciclo pittorico del secondo lustro del quarto decennio del secolo quindicesimo.
Tale famiglia – che nella tradizione locale risulta fondatrice della cappella – già da qualche anno prima della costituzione della corporazione potrebbe aver raggiunto un prestigio economico tale da voler nobilitare la propria storia con la realizzazione della struttura architettonica, dedicandola al santo venerato come patrono dei cardatori e dei produttori di panni di lana.
La duplice intitolazione della chiesa detta “ Annunziatella ” – come appare in un protocollo notarile del mille quattrocento novanta – era connessa alla presenza di un piccolo ospedale annesso alla struttura con lo scopo di prestare cure ai consociati e ai loro familiari, e al quale si accedeva attraverso un’apertura posta sulla parete settentrionale, di cui sono rimasti i conci lapidei dell’imposta della porta.
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