Audio tour Sala I - Paleontologia e Geologia
- Download the app
- iOS
- Android
- Windows Phone
La prima sala costituisce una delle sezioni più interessanti e ricche di storia. La visita si effettua in senso orario lungo le vetrine perimetrali, i fossili marini esposti provengono da rocce calcaree di scogliera comprese nell’intervallo tra 150 e 100 milioni di anni fa. Si tratta in genere di Molluschi, Celenterati, Spugne ed Echinodermi. Sono esposti anche fossili di invertebrati marini (Protisti), provenienti da terreni più giovani fino a molluschi terrestri recenti (meno di 10.000 anni fa).
L’attuale morfologia dell’isola è il risultato di intensi fenomeni di erosione e di modellamento causati dal mare e dagli agenti atmosferici, iniziati poco meno di due milioni di anni fa, cioè nel Pleistocene e tuttora operanti. Il Pleistocene fu caratterizzato dall’alternanza di fasi climatiche fredde e fasi temperate calde, cioè periodi glaciali ed interglaciali. Una delle conseguenze delle glaciazioni è l'abbassamento del livello marino, fino ad oltre 120 metri. Le oscillazioni del mare a livello globale possono creare condizioni di collegamento o separazione tra terre emerse, come nel caso di Capri con la Penisola di Sorrento, e conseguente alternanza di colonizzazione ed isolamento di fauna e flora.
Particolarmente importanti risultano i resti di vertebrati terrestri rinvenuti durante gli scavi per l’ampliamento dell’Hotel Quisisana (1905) e quelli di Grotta delle Felci.
La “fauna del Quisisana” rappresenta un’associazione di tipo continentale, di clima temperato, risalente ad un intervallo di tempo stimabile intorno a 300.000 anni fa; e testimonia un antico collegamento di Capri con la terraferma. La fauna, esposta nella vetrina a centro stanza contiene: frammenti di molare di Elephas antiquus, un elefante che visse in Europa e in Asia a partire da un milione di anni fa; i resti dell'ippopotamo, la specie rinvenuta nel sito del Quisisana è la stessa che oggi vive in Africa; molari del cavallo comune, comparso in Europa circa un milione di anni fa ma originario del Nord America; diversi denti appartenenti alle due specie di rinoceronti delle steppe; i resti dell’orso delle caverne, gigantesco carnivoro estinto che si nutriva di vegetali.
Per quanto riguarda la Grotta delle Felci si deve ad Ignazio Cerio il riconoscimento dell’importanza del sito e l’inizio dei primi scavi nel 1885. Questi proseguirono nei decenni successivi mettendo in luce la presenza di resti di un cervide di taglia ridotta, a cui si attribuisce una età di circa 70.000 anni. Il rapporto tra le varie parti dello scheletro indicano che questa specie, endemica dell’isola, era affetta da nanismo; ciò porta a concludere che a quell’epoca Capri era separata dalla terraferma. Di questo sito e di altri, il Museo conserva oltre un centinaio di pezzi (in genere frammenti di ossa e denti di vertebrati terrestri).
La scoperta di questi antichi resti si deve all’impegno che Ignazio Cerio profuse per le Scienze Naturali nel corso della sua vita sull’Isola di Capri.
Tour stops
Reviews
Download the free izi.TRAVEL app
Create your own audio tours!
Use of the system and the mobile guide app is free