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音频游览Gino Olmastroni detto "Cillo" l'artista di Fonterutoli - Chianti - Castelli

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    Con questo itinerario il MudChianti intende contribuire alla conoscenza e valorizzazione di un castellinese, nato e vissuto a Fonterutoli: Gino Olmastroni detto Cillo, che nella sua vita ha percorso l’esperienza artistica in modo originale e sicuramente del tutto personale.

    Gino Olmastroni nasce a Fonterutoli il 2 giugno del 1900 e muore nel 1978, il 4 luglio, a Siena.

    Chi lo ha conosciuto lo ricorda come un personaggio con un carattere particolare, inadeguato per un mondo e un’epoca in cui si sarebbe preteso da lui un ruolo differente nella comunità.

    Il padre Cesare era un muratore, dunque, per quei tempi, un uomo in grado di garantire alla sua famiglia un relativo benessere. La madre Alduina non poteva quindi concepire il rifiuto di Gino “a guadagnarsi da vivere” come i fratelli, nel solco del mestiere paterno.

    Tutto questo, nonostante le difficoltà anche economiche che ne derivarono, non frenò però la  determinazione di Gino a seguire le proprie inclinazioni artistiche che trovarono la modalità più adeguata per esprimersi nella scultura, utilizzando il bronzo, il marmo, la terracotta e il legno, almeno  per quanto è possibile al momento conoscere

    La sua storia è infatti ancora tutta da scrivere, da capire e documentare nelle realizzazioni che ci ha lasciato. Alcune di queste realizzazioni si incontrano proprio lungo questo itinerario.

  3. 1 Madonna Olmastroni_0017
  4. 2 Bacco Olmastroni_0016
  5. 3 Fornace Fontana_0015
  6. 4 Lapide Grande Guerra Olmastroni_0018
  7. 5 Ritratto Bronzo Olmastroni_19
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    Con questo itinerario il MudChianti intende contribuire alla conoscenza e valorizzazione di un castellinese, nato e vissuto a Fonterutoli: Gino Olmastroni detto Cillo, che nella sua vita ha percorso l’esperienza artistica in modo originale e sicuramente del tutto personale.

    Gino Olmastroni nasce a Fonterutoli il 2 giugno del 1900 e muore nel 1978, il 4 luglio, a Siena.

    Chi lo ha conosciuto lo ricorda come un personaggio con un carattere particolare, inadeguato per un mondo e un’epoca in cui si sarebbe preteso da lui un ruolo differente nella comunità.

    Il padre Cesare era un muratore, dunque, per quei tempi, un uomo in grado di garantire alla sua famiglia un relativo benessere. La madre Alduina non poteva quindi concepire il rifiuto di Gino “a guadagnarsi da vivere” come i fratelli, nel solco del mestiere paterno.

    Tutto questo, nonostante le difficoltà anche economiche che ne derivarono, non frenò però la  determinazione di Gino a seguire le proprie inclinazioni artistiche che trovarono la modalità più adeguata per esprimersi nella scultura, utilizzando il bronzo, il marmo, la terracotta e il legno, almeno  per quanto è possibile al momento conoscere

    La sua storia è infatti ancora tutta da scrivere, da capire e documentare nelle realizzazioni che ci ha lasciato. Alcune di queste realizzazioni si incontrano proprio lungo questo itinerario.

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