Audio tour Il sistema degli scavi archeologici
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L’origine di Senigallia si perde nella notte dei tempi e la sua storia si nasconde sotto i nostri passi.
Nel IV secolo qui si stanziò la tribù gallica dei Senoni. In seguito, nel III secolo a.C., i Romani fondarono la città di Sena Gallica come avamposto strategico dell’avanzata di Roma sul mare Adriatico.
Nel febbraio 2010 è stata firmata una Convenzione tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche, il Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna e il Comune di Senigallia, per un’Archeologia Urbana della città.
Il progetto ha gettato nuova luce sulle fasi originarie della prima colonia romana sull’Adriatico, ma soprattutto sulle più antiche fasi pre-romane. In un’ottica diacronica, lo studio ha combinato le più tradizionali fonti storiche, cartografiche, topografiche e archeologiche con tecniche geofisiche per la lettura diagnostica del sottosuolo in area urbana, tra cui l’utilizzo di georadar.
Importanti punti su cui si è focalizzato il progetto sono stati via Cavallotti, via Baroccio e via Gherardi oltre la già ben nota area archeologica La Fenice.
- 1 Scavi di via Gherardi (non visibili)
- 2 Scavi di via Cavallotti (in struttura privata non aperta al pubblico)
- 3 Scavi di via Baroccio (in struttura privata non aperta al pubblico)
- 4 Area Archeologica La Fenice
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L’origine di Senigallia si perde nella notte dei tempi e la sua storia si nasconde sotto i nostri passi.
Nel IV secolo qui si stanziò la tribù gallica dei Senoni. In seguito, nel III secolo a.C., i Romani fondarono la città di Sena Gallica come avamposto strategico dell’avanzata di Roma sul mare Adriatico.
Nel febbraio 2010 è stata firmata una Convenzione tra la Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche, il Dipartimento di Archeologia dell’Università di Bologna e il Comune di Senigallia, per un’Archeologia Urbana della città.
Il progetto ha gettato nuova luce sulle fasi originarie della prima colonia romana sull’Adriatico, ma soprattutto sulle più antiche fasi pre-romane. In un’ottica diacronica, lo studio ha combinato le più tradizionali fonti storiche, cartografiche, topografiche e archeologiche con tecniche geofisiche per la lettura diagnostica del sottosuolo in area urbana, tra cui l’utilizzo di georadar.
Importanti punti su cui si è focalizzato il progetto sono stati via Cavallotti, via Baroccio e via Gherardi oltre la già ben nota area archeologica La Fenice.
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