Áudio tourArea archeologica di Romanzesu Villaggio Santuario Nuragico
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Breve introduzione alla Civiltà Nuragica
Il termine nuragico-nuragica individua ogni aspetto di una delle più importanti civiltà del Mediterraneo di epoca protostorica; civiltà autoctona della Sardegna antica, che tra la media età del Bronzo e la prima età del Ferro (XVII-IX-VIII secolo. A.C.) produrrà il più imponente e articolato patrimonio di architettura monumentale in pietra del Mediterraneo centro occidentale.
In primo luogo il nuraghe, la possente torre troncoconica, con camere interne coperte a falsa cupola (thòlos) nella sua forma più classica; è questo il monumento eponimo, da cui tale civiltà deriva il nome, riproposto in molte varianti nelle dimensioni e negli schemi di pianta: dal semplice monotorre agli aggregati più complessi di 4 e 5 torri laterali edificate attorno a quella centrale. Il nuraghe è talmente diffuso nel territorio isolano (tuttora se ne conservano circa 8000 esemplari) da caratterizzare in maniera indelebile il paesaggio della Sardegna.
Accanto ai nuraghi centinaia di sepolture megalitiche collettive, le cosiddette Tombe di Giganti e di edifici sacri: templi a pozzo, templi a megaron, fonti sacre e solo per citare le tipologie più diffuse; infine una miriade di villaggi, con o senza nuraghe, costituiti a volte da centinaia di abitazioni.
Un imponente patrimonio monumentale realizzato senza l’impiego di malte cementizie, e utilizzando indifferentemente l’ampia varietà di materiale lapìdeo presente nell’isola: graniti, basalti, trachiti, calcare, scisto, etc…; con murature che in alcuni edifici sacri raggiungono altissimi livelli estetici nella tecnica cosiddetta isòdoma, dove conci perfettamente tagliati ed aderenti risultano disposti lungo filari regolarissimi.
Civiltà di straordinari costruttori, di agricoltori e allevatori, di abilissimi artigiani con una ricca e raffinata produzione metallurgica in bronzo costituita da armi, ùtensili, recipienti, ornamenti e bronzi figurati. Questi ultimi, i famosi “bronzetti” riproducono personaggi maschili e femminili variamente abbigliati: guerrieri, capitribù, offerenti. Accanto alla ricca produzione antropomorfa da segnalare il vasto repertorio di navicelle votive e animali.
Civiltà dei primi scultori d’Europa che con le statue dei cosiddetti “Giganti di Monte ‘e Prama”, (dalla località di rinvenimento nell’Oristanese), realizzano una statuaria in pietra di grandi dimensioni (oltre 2 metri di altezza) che precede nettamente quella greca arcaica.
Civiltà verosimilmente di navigatori: l’isola tra XIV e IX-VIII secolo. A C. è attivamente immersa, in una fitta rete di traffici culturali e commerciali con l’oriente e l’occidente mediterranei come ampiamente documentato dai reperti extrainsulari rinvenuti in Sardegna e dai materiali nuragici recuperati oltremare da Cipro e Creta a Cadice e Cartagine e in gran numero nella penisola italiana.
- 1 1 Romanzesu Villaggio Santuario Nuragico
- 2 2 Il Labirinto Nuragico
- 3 3 Capanna a pianta ovale
- 4 4 Tempio Megaron A
- 5 5 Capanna a settori
- 6 6 Capanna delle riunioni con nicchie
- 7 7 Pozzo sacro
- 8 8 Vascone Cerimoniale
- 9 9 Capanna delle riunioni con focolare
- 10 10 Heroon - La Tomba dell' Eroe
- 11 11 Tempio Megaron B
- 12 12 L' alimentazione nell' età nuragica
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Breve introduzione alla Civiltà Nuragica
Il termine nuragico-nuragica individua ogni aspetto di una delle più importanti civiltà del Mediterraneo di epoca protostorica; civiltà autoctona della Sardegna antica, che tra la media età del Bronzo e la prima età del Ferro (XVII-IX-VIII secolo. A.C.) produrrà il più imponente e articolato patrimonio di architettura monumentale in pietra del Mediterraneo centro occidentale.
In primo luogo il nuraghe, la possente torre troncoconica, con camere interne coperte a falsa cupola (thòlos) nella sua forma più classica; è questo il monumento eponimo, da cui tale civiltà deriva il nome, riproposto in molte varianti nelle dimensioni e negli schemi di pianta: dal semplice monotorre agli aggregati più complessi di 4 e 5 torri laterali edificate attorno a quella centrale. Il nuraghe è talmente diffuso nel territorio isolano (tuttora se ne conservano circa 8000 esemplari) da caratterizzare in maniera indelebile il paesaggio della Sardegna.
Accanto ai nuraghi centinaia di sepolture megalitiche collettive, le cosiddette Tombe di Giganti e di edifici sacri: templi a pozzo, templi a megaron, fonti sacre e solo per citare le tipologie più diffuse; infine una miriade di villaggi, con o senza nuraghe, costituiti a volte da centinaia di abitazioni.
Un imponente patrimonio monumentale realizzato senza l’impiego di malte cementizie, e utilizzando indifferentemente l’ampia varietà di materiale lapìdeo presente nell’isola: graniti, basalti, trachiti, calcare, scisto, etc…; con murature che in alcuni edifici sacri raggiungono altissimi livelli estetici nella tecnica cosiddetta isòdoma, dove conci perfettamente tagliati ed aderenti risultano disposti lungo filari regolarissimi.
Civiltà di straordinari costruttori, di agricoltori e allevatori, di abilissimi artigiani con una ricca e raffinata produzione metallurgica in bronzo costituita da armi, ùtensili, recipienti, ornamenti e bronzi figurati. Questi ultimi, i famosi “bronzetti” riproducono personaggi maschili e femminili variamente abbigliati: guerrieri, capitribù, offerenti. Accanto alla ricca produzione antropomorfa da segnalare il vasto repertorio di navicelle votive e animali.
Civiltà dei primi scultori d’Europa che con le statue dei cosiddetti “Giganti di Monte ‘e Prama”, (dalla località di rinvenimento nell’Oristanese), realizzano una statuaria in pietra di grandi dimensioni (oltre 2 metri di altezza) che precede nettamente quella greca arcaica.
Civiltà verosimilmente di navigatori: l’isola tra XIV e IX-VIII secolo. A C. è attivamente immersa, in una fitta rete di traffici culturali e commerciali con l’oriente e l’occidente mediterranei come ampiamente documentato dai reperti extrainsulari rinvenuti in Sardegna e dai materiali nuragici recuperati oltremare da Cipro e Creta a Cadice e Cartagine e in gran numero nella penisola italiana.
Análises
13 avaliações
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08-05-2022
A voir absolument. Un lieu hors du temps. Paisible. Merci
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10-17-2021
Romanzesu è un luogo identitario, nel senso non si è un vero sardo se non lo si è ancora visto. Ma forse non si è nemmeno pienamente italiani o europei finché non lo si è conosciuto. O, più probabilmente, è uno di quei luoghi che ti prendono l'anima, anche se sei un giapponese. Vedetelo, rivedetelo, fatelo vedere, perché vi rimarrà nel cuore.
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10-02-2021
Super, Empfehlenswert 👍
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07-14-2021
Bellissimo sito archeologico tra querce da sughero. Molto ben organizzato con guida scritta o audio scaricabile gratuitamente
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07-08-2021
magico, vale la pena fare qualche chilometro, siamo rimasti incantati