Simposio Etrusco
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Il Simposio rappresenta nella cultura greca, paradigma essenziale nello sviluppo della società etrusca, un momento particolare del banchetto, quello deputato al consumo del vino, bevanda aristocratica, distribuito fra commensali che il pari livello economico e sociale
caratterizza come etairoi, pari.
Il simposio alla greca, atteso unicamente da personaggi di sesso maschile, attestato in questa forma nella stessa documentazione iconografica etrusca, conosce in Etruria una formulazione peculiare rappresentata dalla dimensione per così dire “familiare” della cerimonia, ove la sposa, in luogo dell’etera, prende posto sulla kline (letto) conviviale accanto al marito e scambia con il consorte gesti di tenerezza e sguardi di intesa, entro un contesto di gestualità emozionale sconosciuto alle culture greca e romana.
LA COPPIA A BANCHETTO
Ad un tempo specchio dei costumi rituali della cerimonialità in onore dei defunti ed allusione al banchetto da celebrarsi nell’Aldilà, nei Campi Elisi, la rappresentazione figurata della coppia aristocratica a banchetto, che domina il dossier della documentazione iconografica etrusca, costituisce in primo luogo il simbolo dello status sociale elevato del defunto.
Il VINO
Versato dal sacerdote sull’altare in onore delle divinità supere ed infere, offerto alle anime dei defunti per saziarne l’inesauribile ed eterna “fame”, il vino (l’etrusco vinum, prestito linguistico dall’italico) rappresenta la bevanda aristocratica per eccellenza, giunta sovente sulla tavola dei magnati etruschi contenuta nelle anfore partite dalle coste greco-orientali dell’Asia Minore.
Segno elitario dei ceti egemoni dell’antichità, il vino continua oggi a candidarsi come il principale simbolo di eccellenza della Toscana, che dalla stirpe etrusca trae ancora intatta la sua incommensurabile forza e linfa vitale.
Approdare alla conoscenza del proprio patrimonio culturale attraverso un’esperienza autentica, vissuta in prima persona, che ha per fondamento l’interazione profonda con il patrimonio stesso, l’instaurazione con esso di una sorta di dialogo fra il conoscente e il conosciuto che costituisca la premessa necessaria all’atto di riappropriazione di un passato che ha plasmato la nostra storia: questa la méta di un vero e proprio “viaggio dei sensi” attraverso i monumenti e le realtà culturali che formano i lineamenti del patrimonio storico, cogliendo ed elaborando gli echi e le suggestioni di conoscenza suscitate dall’immersione nella dimensione reale del paesaggio che questi beni, al pari delle risorse della terra, ha generato nei secoli che accompagnano la formazione e lo sviluppo della nostra cultura e della nostra civiltà.
La manifestazione “Simposio Etrusco”,
Tesa a presentare gli Etruschi - sotto la duplice veste del patrimonio culturale straordinario da questi prodotto e consegnatoci in eredità e di una sua facile e consapevole fruizione - attraverso il collegamento con il tema della produzione eno-gastronomica toscana, ha coinvolto numerose strutture museali distribuite sul suolo toscano ed ha comportato, oltre al tradizionale ed ovvio coinvolgimento della facoltà visiva, anche quello meno scontato dei sensi del tatto e dell’udito, mediante l’allestimento di console prive di vetri che esibiscono una “tavola apparecchiata all’etrusca” destinata alla fruizione del pubblico dei ciechi ed ipovedenti. Un audio riproduce rumori e suoni evocanti l’atmosfera dei conviti aristocratici etruschi.
“Simposio Etrusco” nel museo di Milano
L’esposizione nel Museo Civico Archeologico di Milano, inserita all’interno dell’esposizione permanente, si esplica, da un lato, attraverso l’allestimento di una mostra archeologica di reperti pertinenti alla cultura etrusca, ed in particolare riferiti al vino e al simposio, provenienti dai siti archeologici ubicati nel territorio dell’Etruria propria e, dall’altro, nell’installazione temporanea di un totem multimediale capace di proiettare un filmato in dvd sulla civiltà etrusca raccontata attraverso sei tracce tematiche (le origini, la scrittura e la lingua, la città dei vivi, la città dei morti, il banchetto, la donna etrusca).
caratterizza come etairoi, pari.
Il simposio alla greca, atteso unicamente da personaggi di sesso maschile, attestato in questa forma nella stessa documentazione iconografica etrusca, conosce in Etruria una formulazione peculiare rappresentata dalla dimensione per così dire “familiare” della cerimonia, ove la sposa, in luogo dell’etera, prende posto sulla kline (letto) conviviale accanto al marito e scambia con il consorte gesti di tenerezza e sguardi di intesa, entro un contesto di gestualità emozionale sconosciuto alle culture greca e romana.
LA COPPIA A BANCHETTO
Ad un tempo specchio dei costumi rituali della cerimonialità in onore dei defunti ed allusione al banchetto da celebrarsi nell’Aldilà, nei Campi Elisi, la rappresentazione figurata della coppia aristocratica a banchetto, che domina il dossier della documentazione iconografica etrusca, costituisce in primo luogo il simbolo dello status sociale elevato del defunto.
Il VINO
Versato dal sacerdote sull’altare in onore delle divinità supere ed infere, offerto alle anime dei defunti per saziarne l’inesauribile ed eterna “fame”, il vino (l’etrusco vinum, prestito linguistico dall’italico) rappresenta la bevanda aristocratica per eccellenza, giunta sovente sulla tavola dei magnati etruschi contenuta nelle anfore partite dalle coste greco-orientali dell’Asia Minore.
Segno elitario dei ceti egemoni dell’antichità, il vino continua oggi a candidarsi come il principale simbolo di eccellenza della Toscana, che dalla stirpe etrusca trae ancora intatta la sua incommensurabile forza e linfa vitale.
Approdare alla conoscenza del proprio patrimonio culturale attraverso un’esperienza autentica, vissuta in prima persona, che ha per fondamento l’interazione profonda con il patrimonio stesso, l’instaurazione con esso di una sorta di dialogo fra il conoscente e il conosciuto che costituisca la premessa necessaria all’atto di riappropriazione di un passato che ha plasmato la nostra storia: questa la méta di un vero e proprio “viaggio dei sensi” attraverso i monumenti e le realtà culturali che formano i lineamenti del patrimonio storico, cogliendo ed elaborando gli echi e le suggestioni di conoscenza suscitate dall’immersione nella dimensione reale del paesaggio che questi beni, al pari delle risorse della terra, ha generato nei secoli che accompagnano la formazione e lo sviluppo della nostra cultura e della nostra civiltà.
La manifestazione “Simposio Etrusco”,
Tesa a presentare gli Etruschi - sotto la duplice veste del patrimonio culturale straordinario da questi prodotto e consegnatoci in eredità e di una sua facile e consapevole fruizione - attraverso il collegamento con il tema della produzione eno-gastronomica toscana, ha coinvolto numerose strutture museali distribuite sul suolo toscano ed ha comportato, oltre al tradizionale ed ovvio coinvolgimento della facoltà visiva, anche quello meno scontato dei sensi del tatto e dell’udito, mediante l’allestimento di console prive di vetri che esibiscono una “tavola apparecchiata all’etrusca” destinata alla fruizione del pubblico dei ciechi ed ipovedenti. Un audio riproduce rumori e suoni evocanti l’atmosfera dei conviti aristocratici etruschi.
“Simposio Etrusco” nel museo di Milano
L’esposizione nel Museo Civico Archeologico di Milano, inserita all’interno dell’esposizione permanente, si esplica, da un lato, attraverso l’allestimento di una mostra archeologica di reperti pertinenti alla cultura etrusca, ed in particolare riferiti al vino e al simposio, provenienti dai siti archeologici ubicati nel territorio dell’Etruria propria e, dall’altro, nell’installazione temporanea di un totem multimediale capace di proiettare un filmato in dvd sulla civiltà etrusca raccontata attraverso sei tracce tematiche (le origini, la scrittura e la lingua, la città dei vivi, la città dei morti, il banchetto, la donna etrusca).
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