Museo Museo dell'Opificio delle Pietre Dure
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Info museo
Riguardo il museo
Benvenuti al Museo dell’Opificio delle Pietre Dure!
Le voci che hanno reso possibile la realizzazione di questa audioguida sono di Stefania Agnoletti, Roberto Bonaiuti e Daniele Borsetti. I testi sono di Annalisa Innocenti.
L’audioguida è autoprodotta a cura dell’Ufficio Promozione Culturale dell’OPD.
L'Istituto
L'Opificio delle Pietre Dure, oggi Istituto Centrale del Ministero della Cultura meglio conosciuto con la sigla “OPD”, nasce come Istituto a competenza nazionale nel 1975, dall'unione di due diverse realtà: l'antico e rinomato Opificio, fondato nel 1588 come manifattura granducale di corte e trasformato in istituto di restauro alla fine dell'Ottocento, e il Laboratorio di restauro, nato all'interno della Soprintendenza fiorentina nel 1932, trasferito nell’ampia sede della Fortezza da Basso in seguito all'alluvione di Firenze del 1966.
L'antico Opificio fu fondato da Ferdinando I de' Medici, come manifattura artistica specializzata nella lavorazione delle pietre dure. La sua prima sede fu collocata nella “Galleria dei lavori”, nel braccio di levante degli Uffizi. Alla fine del Settecento, con il granduca Pietro Leopoldo di Lorena che aveva avviato un programma di riforme per l'organizzazione di uno Stato moderno prevedendo anche il riordinamento delle collezioni d'arte, l'Opificio si trasferì nella sede attuale di via degli Alfani, nei locali dell'antico monastero femminile di San Niccolò soppresso dal granduca.
La manifattura continuò la sua attività anche sotto la dinastia lorenese, impegnata nella decorazione della Cappella dei Principi in San Lorenzo e nella creazione di prestigiosi oggetti artistici in pietre dure destinati ad arredare le dimore granducali o ad essere donati ai Grandi di tutta Europa.
Con la la fine del Granducato di Toscana e la nascita del Regno d'Italia, venne a mancare il principale committente dell'Opificio, che rischiò così la chiusura. Grazie all'allora direttore, Edoardo Marchionni, l'Istituto allargò l'attività al settore del restauro.
Il moderno Opificio, oggi internazionalmente conosciuto, svolge la sua attività in tre settori principali: la conservazione, tramite gli undici Settori specialistici di restauro; la ricerca, sia pura sia applicata ai casi in corso di restauro, con l’apporto del laboratorio scientico; la formazione tramite la Scuola di Alta Formazione e di Studio, una delle tre scuole di restauro dello Stato.
La sua attività si svolge, oltre che nelle tre sedi dell’Istituto (la sede storica via degli Alfani, la sede alla Fortezza da Basso, e la sede nella sala "delle bandiere" in Palazzo Vecchio), anche all'esterno, sia in forma di cantieri operativi che di consulenze tecnico-scientifiche.
Il Museo
Il Museo dell'Opificio delle Pietre Dure fu istituito nel 1882, a seguito della dichiarazione di intangibilità della raccolta storica della manifattura, la cui attività produttiva era ormai in declino per la scomparsa della corte granducale che per secoli ne era stata mecenate esclusiva. Per alcuni anni l'Opificio era stato costretto ad autofinanziarsi, per cui molti oggetti d'arte furono in quel periodo messi in vendita ed esposti nelle cosiddette sale di ostensione.
Edoardo Marchionni, direttore dell’Istituto tra il 1876 e il 1923, si adoperò per arricchire l'esposizione facendo restaurare ed esporre ciò che meglio si prestava ad aumentare la collezione degli oggetti antichi. Nel 1891 fu pubblicato a sua cura il primo catalogo del Museo, e nel 1905 entrò in uso l'inventario degli oggetti d'arte, tuttora in vigore.
Successivi e più circoscritti interventi interessarono il Museo negli anni Sessanta: in questo periodo l’esposizione si articolava in sette stanze al piano terreno e due al piano superiore.
L'attuale allestimento, progettato dall'architetto Adolfo Natalini, risale al 1995. Il riordino delle opere, curato da Annamaria Giusti, si basa su criteri cronologico-tematici.
La raccolta, proveniente dalla prestigiosa collezione dei Medici e dei Lorena, delinea con chiarezza il percorso della manifattura artistica fondata nel 1588 da Ferdinando I de' Medici, attraverso tre secoli di storia: nelle prime sale sono documentate le produzioni del periodo granducale mediceo e lorenese; nelle successive salette ottocentesche, quelle del periodo postunitario. Il piano rialzato è dedicato alle tecniche di lavorazione: dal ricco campionario lapideo, ai banchi da lavoro, agli strumenti, fino all'esemplificazione didattica delle fasi di produzione di tarsie e intagli. E' così possibile ripercorrere il processo completo per la realizzazione di capolavori del cosiddetto “commesso” o “mosaico fiorentino”, e scoprire i segreti di questo affascinante episodio di storia artistica fiorentina.
Pianifica la visita
- Biblioteca dell'Opificio delle pietre dure, Via degli Alfani, Quartiere 1, Firenze, Toscana, 50112, Italia
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- Oggi:
- 09:00 - 17:00
- Lun
- 8:30 - 14:00
- Mar
- 8:30 - 14:00
- Mer
- 8:30 - 14:00
- Gio
- 8:30 - 14:00
- Ven
- 8:30 - 14:00
- Sab
- 8:30 - 14:00
- Dom
- Chiuso
- https://opificiodellepietredure.cultura.gov.it/
Opere
Collezione artistica con audio
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SEZIONE I - I primi granduchi e le pietre dure
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Testa di Alessandro Morente
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Ritratto di Cosimo I de’ Medici
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Due quadretti con uccelli su Ramo
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Pannelli con vaso di fiori
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Tavolo con pappagallo
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SEZIONE II. La cappella dei Principi
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Testa di Cosimo I
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Formella con Elia e l’Angelo
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Due formelle con paesaggi toscani
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Formella con ghirlanda di alloro e olivo
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SEZIONE III. Fiori di pietre dure
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SEZIONE IV. Gli ultimi Medici
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Acquasantiera da camera
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Formella con la Fama
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Stipo da tavolo con paesaggi
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Stipo con mosaici naturalistici
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SEZIONE V. Il laboratorio delle pietre dure
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Banco da lavoro per glittica
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Banco per il taglio del mosaico fiorentino
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Fasi di esecuzione di un mosaico fiorentino
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Il Museo dell'Opificio alla metà del Novecento: la rinascita di un’antica tradizione
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SEZIONE VI. Il periodo lorenese
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Tavolo con ghirlanda di rose e conchiglie
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Giuseppe Zocchi, Allegoria dell'Aria e dell'Acqua
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Le Arti
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Piano di porfido con strumenti musicali e ghirlanda
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Due vedute romane
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Pittura su pietra
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Scagliola
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SEZIONE VIII. L’Opificio nel periodo post-unitario
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Tavolo con fiori, frutta, uccelli e racemi
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Paolo Ricci, Cimabue
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Paolo Ricci, Dante
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Giardiniera da sala
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Cornici con fiori
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Quattro campioni per i rivestimenti parietali
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Piani di tavolo
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L'Italia liberata
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Grande vaso con fiori e animali
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